Presepi italiani
Presepi italiani
Il linguaggio del presepe
Nei presepi italiani è possibile cogliere un comune denominatore, ovvero l’universalità del fatto cristiano. Il Cristo si è fatto così intimo con l’uomo da diventare il simbolo di ogni speranza: nasce così il Gesù che vive tra i pastori o tra i rioni chiassosi e brulicanti di una Napoli settecentesca o tra le metafore geometriche di una moderna creazione.
In questo modo si può fare di un presepio una circostanza della tradizione che si esaurisce nella ritualità delle rubriche religiose, ma può anche diventare l’opportunità per richiamare le coscienze del cristianesimo. Questo unisce il linguaggio del presepe, il linguaggio della fede e il linguaggio dell’arte.
Il Presepe Italiano oggi
Il Presepe italiano moderno è fondamentalmente un pò denuncia e proposito insieme: istituire quindi una “rassegna” di presepi vuole essere un modo serio e impegnativo con cui partecipare al mistero teologico della salvezza.
Ogni Presepe è un modello di lettura interpretativa della società e della fede e del loro rapporto.
Il Presepe Italiano oggi
Il Presepe italiano moderno è fondamentalmente un pò denuncia e proposito insieme: istituire quindi una “rassegna” di presepi vuole essere un modo serio e impegnativo con cui partecipare al mistero teologico della salvezza.
Ogni Presepe è un modello di lettura interpretativa della società e della fede e del loro rapporto.
Le tradizioni locali del Presepe
PRESEPI CAMPANI
L’età d’oro del presepio iniziò nel territorio napoletano con il grande fervore religioso del ‘500. Due secoli dopo, nel ‘700, il presepio contagiò tutti. A metà ‘800, i presepi aulici e austeri cedettero il posto ai presepi popolari, frutto della filosofia partenopea che mette in scena la nascita di Gesù in un testo di animata vita quotidiana.
Sono presepi che riflettono l’anima, la fantasia e la creatività del popolo napoletano e insieme ne mettono in luce le qualità artistiche.
PRESEPI SICILIANI
In Sicilia l’arte presepiale, pur risentendo degli influssi della scuola napoletana, presenta tuttavia diversi caratteri originali variabili a seconda delle provenienze geografche. Quattro sono le aree dove in particolare si sviluppa un innato spirito presepiale fortemente caratterizzato nei territori di Palermo, Siracusa, Trapani e Caltagirone.
PRESEPI SALENTINI
Il Salento offre interessanti opere presepistiche e autentici capolavori grazie ai numerosissimi artigiani della terracotta e della cartapesta. Sono artisti che nulla hanno da invidiare ai presepi napoletani dai quali si differenziano, in generale, per una maggiore sobrietà e compostezza.
PRESEPI CAMPANI
L’età d’oro del presepio iniziò nel territorio napoletano con il grande fervore religioso del ‘500. Due secoli dopo, nel ‘700, il presepio contagiò tutti. A metà ‘800, i presepi aulici e austeri cedettero il posto ai presepi popolari, frutto della filosofia partenopea che mette in scena la nascita di Gesù in un testo di animata vita quotidiana.
Sono presepi che riflettono l’anima, la fantasia e la creatività del popolo napoletano e insieme ne mettono in luce le qualità artistiche.
PRESEPI SICILIANI
In Sicilia l’arte presepiale, pur risentendo degli influssi della scuola napoletana, presenta tuttavia diversi caratteri originali variabili a seconda delle provenienze geografche. Quattro sono le aree dove in particolare si sviluppa un innato spirito presepiale fortemente caratterizzato nei territori di Palermo, Siracusa, Trapani e Caltagirone.
PRESEPI SALENTINI
Il Salento offre interessanti opere presepistiche e autentici capolavori grazie ai numerosissimi artigiani della terracotta e della cartapesta. Sono artisti che nulla hanno da invidiare ai presepi napoletani dai quali si differenziano, in generale, per una maggiore sobrietà e compostezza.
PRESEPI VENETI
I Veneti, conosciuti in antico specialmente come allevatori di cavalli, hanno in ogni epoca manifestato, accanto alle virtù sociali che distinguono le varie etnie commiste, un autentico e profondo spirito religioso che si è manifestato nelle opere artistiche sacre.
Dunque, quando l’eco del primo presepe vivente, voluto da San Francesco ha raggiunto le diocesi venete, l’idea di una rappresentazione “sensibile” della “Natività” ha trovato immediati consensi ed una sollecita traduzione in esemplari realistici.
Artigiani, orafi, pittori e scultori veneti e poi veneziani si sono dedicati a questa straordinaria impresa, vivificandola con la propria personalità, ambientazione e personaggi presepiali.
Anche con l’avvento della borghesia, il Veneto è rimasto fedele alla sua tradizione presepiale anche se con pause più o meno lunghe fino alla più recente riscoperta dei Presepi.
Rimane tuttavia, nel Veneto, un dilatato sentimento di appartenenza naturalistica che, proprio nella libertà ricostruttiva, specchia, congiuntamente, l’antica fisionomia della terra e delle sue migliori istituzioni civili e religiose.
MUSEO DEL DIVINO INFANTE
Una serie di sculture devozionali del Bambino Gesù provenienti dalla collezione di Hiky Mayr del Museo di Gardone Riviera, la più significativa e copiosa raccolta sul tema esistente in Europa. Si tratta di opere di devozione a sé stanti, che non hanno cioè alcuna attinenza specifica con il Presepe.
Il nucleo più consistente della raccolta presenta opere riferibili ai secoli XVII e XVIII provenienti da celebri botteghe artigiane, napoletane e siciliane soprattutto e realizzate con tecniche e materiali diversi: legno intagliato e policromo, cera, terracotta, cartapesta. Sono sculture che rappresentano il Bambino spoglio o avvolto in preziosi costumi con delicati ricami, pizzi e merletti, guarnizioni di porlo o gemme vitree colorate. Non possiedono solo un valore artistico, ma anche un valore storico-ecclesiastico.
I PRESEPI DI SILVIO ZAMPIERI
Silvio Zampieri, definito “pittore della luce”, oggi è considerato il caposcuola del secondo “Chiarismo“, sviluppatosi a partire dagli anni 60 del ‘900 e che si esprime attraverso la dissolvenza della luce e la rarefazione dell’atmosfera, sulla scia dello sfumato leonardesco di ascendenza lombarda.
Opere realizzate con estrema raffinatezza di segni di luce, con quel fondo di spazialità in cui si consuma l’infinito dell’orizzonte che incornicia, in alto, il tondo del telero. Il senso di una superficie colorata, colore sanguigno capace di evocare una tenue lievitazione di luci e di ombre che costruiscono le forme, ovvero le immagini sacre come se le involgessero.
I PRESEPI DI GRECCIO
Greccio conquistò il cuore di S. Francesco per la povertà, la semplicità e l’armonia del luogo che scelse per la sua prima rievocazione della nascita di Cristo. Un eremo affascinante, ancora capace di suscitare emozioni forti. Gli Artigiani del Museo del Presepe di Greccio sono stati tentati ad una sfida: far partecipi gli altri delle stesse emozioni attraverso la realizzazione dei propri presepi.
Greccio è la nuova Betlemme, dove fede, il mistero del presepe di Natale, questo luogo, nonostante il succedersi dei secoli, gli inevitabili adattamenti imposti dalla vita moderna è ancora ammirato come lo vedeva San Francesco, ricco di povertà.
PRESEPI VENETI
I Veneti, conosciuti in antico specialmente come allevatori di cavalli, hanno in ogni epoca manifestato, accanto alle virtù sociali che distinguono le varie etnie commiste, un autentico e profondo spirito religioso che si è manifestato nelle opere artistiche sacre.
Dunque, quando l’eco del primo presepe vivente, voluto da San Francesco ha raggiunto le diocesi venete, l’idea di una rappresentazione “sensibile” della “Natività” ha trovato immediati consensi ed una sollecita traduzione in esemplari realistici.
Artigiani, orafi, pittori e scultori veneti e poi veneziani si sono dedicati a questa straordinaria impresa, vivificandola con la propria personalità, ambientazione e personaggi presepiali.
Anche con l’avvento della borghesia, il Veneto è rimasto fedele alla sua tradizione presepiale anche se con pause più o meno lunghe fino alla più recente riscoperta dei Presepi.
Rimane tuttavia, nel Veneto, un dilatato sentimento di appartenenza naturalistica che, proprio nella libertà ricostruttiva, specchia, congiuntamente, l’antica fisionomia della terra e delle sue migliori istituzioni civili e religiose.
MUSEO DEL DIVINO INFANTE
Una serie di sculture devozionali del Bambino Gesù provenienti dalla collezione di Hiky Mayr del Museo di Gardone Riviera, la più significativa e copiosa raccolta sul tema esistente in Europa. Si tratta di opere di devozione a sé stanti, che non hanno cioè alcuna attinenza specifica con il Presepe.
Il nucleo più consistente della raccolta presenta opere riferibili ai secoli XVII e XVIII provenienti da celebri botteghe artigiane, napoletane e siciliane soprattutto e realizzate con tecniche e materiali diversi: legno intagliato e policromo, cera, terracotta, cartapesta. Sono sculture che rappresentano il Bambino spoglio o avvolto in preziosi costumi con delicati ricami, pizzi e merletti, guarnizioni di porlo o gemme vitree colorate. Non possiedono solo un valore artistico, ma anche un valore storico-ecclesiastico.
I PRESEPI DI SILVIO ZAMPIERI
Silvio Zampieri, definito “pittore della luce”, oggi è considerato il caposcuola del secondo “Chiarismo“, sviluppatosi a partire dagli anni 60 del ‘900 e che si esprime attraverso la dissolvenza della luce e la rarefazione dell’atmosfera, sulla scia dello sfumato leonardesco di ascendenza lombarda.
Opere realizzate con estrema raffinatezza di segni di luce, con quel fondo di spazialità in cui si consuma l’infinito dell’orizzonte che incornicia, in alto, il tondo del telero. Il senso di una superficie colorata, colore sanguigno capace di evocare una tenue lievitazione di luci e di ombre che costruiscono le forme, ovvero le immagini sacre come se le involgessero.
I PRESEPI DI GRECCIO
Greccio conquistò il cuore di S. Francesco per la povertà, la semplicità e l’armonia del luogo che scelse per la sua prima rievocazione della nascita di Cristo. Un eremo affascinante, ancora capace di suscitare emozioni forti. Gli Artigiani del Museo del Presepe di Greccio sono stati tentati ad una sfida: far partecipi gli altri delle stesse emozioni attraverso la realizzazione dei propri presepi.
Greccio è la nuova Betlemme, dove fede, il mistero del presepe di Natale, questo luogo, nonostante il succedersi dei secoli, gli inevitabili adattamenti imposti dalla vita moderna è ancora ammirato come lo vedeva San Francesco, ricco di povertà.
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Presepi Italiani
I PRESEPI DI FRANCESCO INVIDIA
Francesco Invidia è un artista dedito alla lavorazione della cartapesta con la quale riesce ad ottenere vere proprie opere d’arte. Tale tecnica risale ad un periodo compreso tra il XVII e XVIII secolo, quando gli artisti, con lo sviluppo delle arti legato al moltiplicarsi delle richieste di opere, non disponevano di materie prime e trovarono nell’arte di modellare la carta -come in altre materie “povere” – la possibilità di realizzare splendide sculture. Eredità che Francesco invidia ha coltivato traducendola in espressione artistica. Le sue opere scoprono particolari che le rendono davvero uniche per la posa plastica del modellato, per i volti incisi, per la scioltezza del movimento, per i piccoli dettagli e per l’armoniosa policromia dell’insieme.
PRESEPI DELLA VAL GARDENA
Una tra le più note tradizioni artigiane della Val Gardena è quella del legno intagliato, sia per figure di soggetto religioso, quanto per oggetti di uso comune, o semplicemente decorativi. Il “mestiere” tramandato di generazione in generazione, oggi viene coltivato da istituti d’arte specializzati che formano giovani operatori nel rispetto dell’eredità culturale regionale. Tra le creazioni artigianali della Val Gardena più apprezzate, vi sono i presepi per la cui realizzazione gli artigiani usano legno tipico della zona e adatto all’intaglio, quali il cirmolo e l’acero di montagna. Una volta intagliati, i vari modelli figurativi vengono dipinti a mano con colori ad olio, oppure ad acqua che lasciano trasparire le venature del legno.
I PRESEPI DI FRANCESCO INVIDIA
Francesco Invidia è un artista dedito alla lavorazione della cartapesta con la quale riesce ad ottenere vere proprie opere d’arte. Tale tecnica risale ad un periodo compreso tra il XVII e XVIII secolo, quando gli artisti, con lo sviluppo delle arti legato al moltiplicarsi delle richieste di opere, non disponevano di materie prime e trovarono nell’arte di modellare la carta -come in altre materie “povere” – la possibilità di realizzare splendide sculture. Eredità che Francesco invidia ha coltivato traducendola in espressione artistica. Le sue opere scoprono particolari che le rendono davvero uniche per la posa plastica del modellato, per i volti incisi, per la scioltezza del movimento, per i piccoli dettagli e per l’armoniosa policromia dell’insieme.
PRESEPI DELLA VAL GARDENA
Una tra le più note tradizioni artigiane della Val Gardena è quella del legno intagliato, sia per figure di soggetto religioso, quanto per oggetti di uso comune, o semplicemente decorativi. Il “mestiere” tramandato di generazione in generazione, oggi viene coltivato da istituti d’arte specializzati che formano giovani operatori nel rispetto dell’eredità culturale regionale. Tra le creazioni artigianali della Val Gardena più apprezzate, vi sono i presepi per la cui realizzazione gli artigiani usano legno tipico della zona e adatto all’intaglio, quali il cirmolo e l’acero di montagna. Una volta intagliati, i vari modelli figurativi vengono dipinti a mano con colori ad olio, oppure ad acqua che lasciano trasparire le venature del legno.
Presepi Italiani - Presepi Internazionali
Testimonianze
La commissione delle Strada dei Presepi ha visitato, ammirato il grande lavoro di reperire e collocare in un “crescendo suggestivo” tali opere, quanto l’arte e la tradizione hanno seminato nel mondo.
Sempre molto suggestiva questa Rassegna dei presepi: un piacere per la mente, il cuore e l’anima!
Durante il periodo natalizio si può visitare una bella Rassegna di Presepi da tutto il Mondo ne vale davvero la pena: soprattutto perché si possono ammirare presepi da varie regioni o stati del mondo.
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