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Presepi internazionali

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Presepi internazionali

La voce del presepe

I nostri Presepi Internazionali vengono letteralmente da tutto il Mondo, perché tutte le comunità cristiane, cattoliche in particolare, oggi avvertono una potente spinta verso approdi di spiritualità ecumenica e riscoperta del patrimonio culturale comune. Valori qualificanti per i quali si chiede a chi ha “potere” maggior giustizia, libertà, pace e collaborazione tra i popoli.

Ecco quindi che il Gesù nero o quello che vive tra i castelli variopinti di una fantasia moldava, si fa portavoce delle voci accorate che da più parti si levano a reclamare il rispetto dei diritti umani, auspicando che davvero qualche effettivo segnale di pace inviti la gente ad una proficua riconciliazione.

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Perù - America Latina

Perù - America Latina

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Spagna

Montserrat Ribes Daviu e Pino Bozzarelli

Il Presepe Internazionale

I presepi internazionali suscitano meraviglia ed emozione. Gli oggetti esposti, fanno parte di due mondi che si completano a vicenda:

  • Quello dello spettacolo: i presepi si possono assimilare a delle sacre rappresentazioni fisse.
  • Quello museografico: le caratteristiche scultoree di pregio e le dimensioni di alcuni personaggi scolpiti e modellati nei secoli passati, li rendono opere da esposizione.
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Spagna

Montserrat Ribes Daviu e Pino Bozzarelli

Il Presepe Internazionale

I presepi internazionali suscitano meraviglia ed emozione. Gli oggetti esposti, fanno parte di due mondi che si completano a vicenda:

  • Quello dello spettacolo: i presepi si possono assimilare a delle sacre rappresentazioni fisse.
  • Quello museografico: le caratteristiche scultoree di pregio e le dimensioni di alcuni personaggi scolpiti e modellati nei secoli passati, li rendono opere da esposizione.
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Spagna

Montserrat Ribes Daviu e Pino Bozzarelli

Presepi dal Mondo

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Burundi - Africa

AFRICA
L’arte Africana si esprime con originalità, autenticità dei singoli pezzi che si ricollegano a quel primo impatto europeo con l’arte totemistica africana, avvenuto agli inizi del XX secolo e che tanto scalpore ha suscitato, allora, nel mondo dell’arte, specie quella francese. 

Rilevante infatti è il mito dei “Dogon” che racconta l’origine dell’uomo, esso infatti ha accolto molto interesse nell’arte della scultura iniziando ad intagliare legni di palma, mogano e palissandro. Successivamente il popolo africano si cimentò con l’argilla che poi cuocevano in qualche modo sotto primordiali cataste di legna. Da tutta questa esperienza nacquero alcune tradizioni stilistiche, ispirate al costume e ai rituali religiosi locali, da maschere e simboli esoterici dovute alla pluralità di usanze, linguaggi da cui sono derivate credenze e simbologie originali. 

AUSTRIA
La religione cristiana è sempre stata al centro della cultura di immagine che ha accompagnato nel tempo liturgie e rituali pubblici e privati austriaci, dalle campagne alle città. Si pensi che è ancora oggi stimolo di autentica fede in Dio il rito di omaggio al Bambino Gesù, per il quale non solo a Vienna, ma in tanti altri centri minori, fin dai primi giorni di dicembre è aperto il “Christkindl Markt”, mercato del Bambino Gesù,  dove trionfa la straordinaria produzione dolciaria di tutta l’Austria.

Anche la tradizione presepiale è molto sentita: ogni chiesa allestisce il suo presepio. Talvolta esso compare in tutti gli altari riproducenti soggetti cari alle antiche attività residenziali. L’Arciduca Carlo solo nel 1809 ha poi introdotto l’uso dell’albero di Natale, di derivazione tedesca.

CROAZIA
La tradizione presepiale croata risale all’evangelizzazione compiuta dai Francescani e dai Gesuiti e poi diffusa maggiormente dal patriziato così da sviluppare nei secoli successivi un’arte popolale del presepio che diede vita a dei veri e propri capolavori.
Un’artista di spicco è Margareta Krstic che attraverso le sue molteplici figure dal tratto rapido ed essenziale, realizzate in ceramica raku legate al presepio, rappresenta usi e costumi dei croati tra la fine del ‘800 e i primi del ‘900. Sono figure stilizzate, ma dalle forme forti e spoglie si sprigiona uno straordinario dinamismo che le rende uniche. Nel presepio accanto alla sacra famiglia prenderanno parte i “fiumani”.

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Vietnam - Asia

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Croazia

Margareta Krstic

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Croazia

Margareta Krstic

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Russia

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Burundi - Africa

AFRICA
L’arte Africana si esprime con originalità, autenticità dei singoli pezzi che si ricollegano a quel primo impatto europeo con l’arte totemistica africana, avvenuto agli inizi del XX secolo e che tanto scalpore ha suscitato, allora, nel mondo dell’arte, specie quella francese. 

Rilevante infatti è il mito dei “Dogon” che racconta l’origine dell’uomo, esso infatti ha accolto molto interesse nell’arte della scultura iniziando ad intagliare legni di palma, mogano e palissandro. Successivamente il popolo africano si cimentò con l’argilla che poi cuocevano in qualche modo sotto primordiali cataste di legna. Da tutta questa esperienza nacquero alcune tradizioni stilistiche, ispirate al costume e ai rituali religiosi locali, da maschere e simboli esoterici dovute alla pluralità di usanze, linguaggi da cui sono derivate credenze e simbologie originali. 

AUSTRIA
La religione cristiana è sempre stata al centro della cultura di immagine che ha accompagnato nel tempo liturgie e rituali pubblici e privati austriaci, dalle campagne alle città. Si pensi che è ancora oggi stimolo di autentica fede in Dio il rito di omaggio al Bambino Gesù, per il quale non solo a Vienna, ma in tanti altri centri minori, fin dai primi giorni di dicembre è aperto il “Christkindl Markt”, mercato del Bambino Gesù,  dove trionfa la straordinaria produzione dolciaria di tutta l’Austria.

Anche la tradizione presepiale è molto sentita: ogni chiesa allestisce il suo presepio. Talvolta esso compare in tutti gli altari riproducenti soggetti cari alle antiche attività residenziali. L’Arciduca Carlo solo nel 1809 ha poi introdotto l’uso dell’albero di Natale, di derivazione tedesca.

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Croazia

Margareta Krstic

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Croazia

Margareta Krstic

CROAZIA
La tradizione presepiale croata risale all’evangelizzazione compiuta dai Francescani e dai Gesuiti e poi diffusa maggiormente dal patriziato così da sviluppare nei secoli successivi un’arte popolale del presepio che diede vita a dei veri e propri capolavori.
Un’artista di spicco è Margareta Krstic che attraverso le sue molteplici figure dal tratto rapido ed essenziale, realizzate in ceramica raku legate al presepio, rappresenta usi e costumi dei croati tra la fine del ‘800 e i primi del ‘900. Sono figure stilizzate, ma dalle forme forti e spoglie si sprigiona uno straordinario dinamismo che le rende uniche. Nel presepio accanto alla sacra famiglia prenderanno parte i “fiumani”.

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Russia

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Vietnam - Asia

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Cile - America Latina

Bolivia - America Latina

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Messico

SPAGNA E I DIORAMI
La tradizione presepistica spagnola, fin dal XIX secolo, si incentra sull’operosità inventiva della gente catalana che da secoli trae ispirazione dalle immagini e dai costumi della vita religiosa medioevale. Il presepe spagnolo è quindi un avvenimento che rivive ogni anno nel contesto della vita quotidiana privilegiando, proprio per motivi di costume, quella popolare e contadina.

Opere interessanti di origine iberica sono i Diorami, parola che significa rappresentazioni di luoghi, persone e oggetti eseguiti con particolari tecniche di illuminazione. Essi sono, in realtà, curiose scatole magiche in cui il gioco delle luci, regolate da specchi o corpi luminosi, dilatano la visione frontale a raffinate illusioni di prospettiva. Dal 1982 il diorama presepistico è entrato a far parte della tradizione spagnola e tale tecnica si è perfezionata nel tempo con straordinaria efficacia. I dioramisti spagnoli hanno creato le loro opere suscitando sempre curiosità e interesse nei visitatori.

GERMANIA
Tante sono le leggende legate all’albero di Natale: albero che non significa solo un patto tra uomo e natura, ma diventa soprattutto un monito morale, segno del bene e del male. Nella tradizione tedesca era difficile accostare il Presepio all’albero anche nella parte più a nord tradizionalmente più cattolica, soprattutto a Norimberga dove il Natale era preparato dalle famiglie in una stanza chiusa agli estranei fino a dopo la “Messa di Mezzanotte” e dove i bambini aspettavano impazienti i regali di San Nicola vicino all’albero. Solo dopo l’imposizione del protestantesimo e dopo l’attività dei francescani, il presepio entrò a far parte degli elementi del Natale. 

Da allora il Presepio diventò sinonimo di ricchezza: la nobiltà infatti desiderava possedere singoli presepi da esporre.

CECOSLOVACCHIA
La tradizione presepistica ceca si ravviva con esemplarità a partire dal XVIII secolo. Composizioni popolari appartengono alla fantasia creativa, soprattutto boema, attenta a cogliere di volta in volta il senso sacrale della storia cristiana per rivestirlo di caratteri autoctoni e ambientali.

AMERICA LATINA
L’evangelizzazione cristiana in tutta l’America meridionale è avvenuta in secoli recenti attraverso le missioni dei pellegrini che hanno portato i riti occidentali; tuttavia la tradizione delle tribù autoctone ha sempre dato scarso rilievo alla ricorrenza natalizia che si appuntava più sulla figura del Bambino Gesù, che sul mistero della sua nascita. Basti pensare alla famosissima festa argentina detta del “Nino alcalde“, celebrata con processioni, musiche, canti popolari e ogni sorta di altro folklore. Solo nei territori più esterni e lontani dai grandi centri urbani si ritrova un sentimento religioso  più sentito, proprio qui il Natale ha trovato anche la sua versione iconografica. 

È nata così la rappresentazione presepistica delle regioni andine: suggestive, esuberanti di forme e di colori fantastici, le ceramiche natalizie peruviane, vendute durante le “fiestas” popolari nei villaggi e i non più rari “presepi” di totora, nati sulle rive del lago più alto del mondo, il Titicaca.

PERÙ
I presepi con statuette figurate e realizzate in argilla colorata a freddo sono, per la tecnica adottata dagli odierni artigiani peruviani, quelli che hanno maggiore diffusione. Le fisionomie dei personaggi singoli attestano l’area di provenienza, sono realizzate con spontanea e fanciullesca emotività.

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Spagna

Montserrat Ribes Daviu

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Filippine - Asia

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Messico

AMERICA LATINA
L’evangelizzazione cristiana in tutta l’America meridionale è avvenuta in secoli recenti attraverso le missioni dei pellegrini che hanno portato i riti occidentali; tuttavia la tradizione delle tribù autoctone ha sempre dato scarso rilievo alla ricorrenza natalizia che si appuntava più sulla figura del Bambino Gesù, che sul mistero della sua nascita. Basti pensare alla famosissima festa argentina detta del “Nino alcalde“, celebrata con processioni, musiche, canti popolari e ogni sorta di altro folklore. Solo nei territori più esterni e lontani dai grandi centri urbani si ritrova un sentimento religioso  più sentito, proprio qui il Natale ha trovato anche la sua versione iconografica. 

È nata così la rappresentazione presepistica delle regioni andine: suggestive, esuberanti di forme e di colori fantastici, le ceramiche natalizie peruviane, vendute durante le “fiestas” popolari nei villaggi e i non più rari “presepi” di totora, nati sulle rive del lago più alto del mondo, il Titicaca.

PERÙ
I presepi con statuette figurate e realizzate in argilla colorata a freddo sono, per la tecnica adottata dagli odierni artigiani peruviani, quelli che hanno maggiore diffusione. Le fisionomie dei personaggi singoli attestano l’area di provenienza, sono realizzate con spontanea e fanciullesca emotività.

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Spagna

Montserrat Ribes Daviu

SPAGNA E I DIORAMI
La tradizione presepistica spagnola, fin dal XIX secolo, si incentra sull’operosità inventiva della gente catalana che da secoli trae ispirazione dalle immagini e dai costumi della vita religiosa medioevale. Il presepe spagnolo è quindi un avvenimento che rivive ogni anno nel contesto della vita quotidiana privilegiando, proprio per motivi di costume, quella popolare e contadina.

Opere interessanti di origine iberica sono i Diorami, parola che significa rappresentazioni di luoghi, persone e oggetti eseguiti con particolari tecniche di illuminazione. Essi sono, in realtà, curiose scatole magiche in cui il gioco delle luci, regolate da specchi o corpi luminosi, dilatano la visione frontale a raffinate illusioni di prospettiva. Dal 1982 il diorama presepistico è entrato a far parte della tradizione spagnola e tale tecnica si è perfezionata nel tempo con straordinaria efficacia. I dioramisti spagnoli hanno creato le loro opere suscitando sempre curiosità e interesse nei visitatori.

GERMANIA
Tante sono le leggende legate all’albero di Natale: albero che non significa solo un patto tra uomo e natura, ma diventa soprattutto un monito morale, segno del bene e del male. Nella tradizione tedesca era difficile accostare il Presepio all’albero anche nella parte più a nord tradizionalmente più cattolica, soprattutto a Norimberga dove il Natale era preparato dalle famiglie in una stanza chiusa agli estranei fino a dopo la “Messa di Mezzanotte” e dove i bambini aspettavano impazienti i regali di San Nicola vicino all’albero. Solo dopo l’imposizione del protestantesimo e dopo l’attività dei francescani, il presepio entrò a far parte degli elementi del Natale. 

Da allora il Presepio diventò sinonimo di ricchezza: la nobiltà infatti desiderava possedere singoli presepi da esporre.

CECOSLOVACCHIA
La tradizione presepistica ceca si ravviva con esemplarità a partire dal XVIII secolo. Composizioni popolari appartengono alla fantasia creativa, soprattutto boema, attenta a cogliere di volta in volta il senso sacrale della storia cristiana per rivestirlo di caratteri autoctoni e ambientali.

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Filippine - Asia

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Mancano a Natale

POLONIA
I presepi nati a Cracovia alla fine del XVIII secolo sono una fantastica sintesi di stili architettonici realizzati da gente semplice: operai e muratori. I creatori dell’attuale stile furono due muratori: Michele e Leone Ezenekien. I loro presepi hanno una base con palcoscenico, una costruzione snella con due torri laterali con le estremità ornate da elmi gotici, sopra c’è la nicchia con la “Sacra Famiglia” e al di sopra si erge una torre con l’elmo barocco.
Tra le torri laterali e la centrale sono inserite altre piccole torri-campanili. Sono costruiti con legno compensato e cartone pesante e il tutto è ricoperto e decorato con carta stagnola, lamine di metallo, vetri colorati, animato dal movimento meccanico dei personaggi, illuminato da splendide vetrate dipinte che conferiscono a queste opere un aspetto magico. Essi si caratterizzano per la ricchezza e la fantasia dei particolari, per i brillanti colori.

Inoltre, in essi si possono riconoscere elementi miniaturizzati di edifici della città. Particolarmente importante è la figura del Lajkonik, un cavaliere vestito da tartaro che cavalca un cavallo di legno, legata a un importante evento storico. Ma l’arte polacca non finisce con le “Szopki”, infatti contemporaneamente nascevano anche altre manifestazioni dell’artigianato religioso polacco in piccoli borghi al di fuori dei centri, molto spesso si trattava di presepi casalinghi.

Polonia

Szopki

SLOVENIA
La tradizione in Slovenia risale alla metà del XVII secolo. I primi presepi furono realizzati nelle chiese, ma più tardi comparvero anche nelle case, sia borghesi che rurali. In queste ultime erano collocati in quello che veniva chiamato “L’Angolo di Dio” (Bogkov Kot), cioè nel posto più importante del soggiorno

Nel retroscena figurava la città di Betlemme con i pastori e i gruppi di pecore, mentre i re Magi si aggiungevano più tardi con l’arrivo dell’Epifania. Queste scene del passato si ripetono oggi grazie ad artisti che nelle loro composizioni riflettono la loro religiosità.

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Rep. Ceca

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Rep. Ceca

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Polonia

Szopki

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Polonia

Slovenia

REPUBBLICA CECA
La tradizione dell’immagine del Presepio è forse tra le più antiche e stabili nella storia dell’iconografia: infatti fin dall’XI secolo le rappresentazioni della Natività erano presenti in tutte le classi sociali della popolazione.

Tuttavia è anche vero che la tradizione ceca è caratterizzata da due categorie: la prima di origine più modesta derivante dalle campagne, l’altra derivante dalla classe più benestante o aristocratica.

In campagna il Natale era più semplice ed era un momento vissuto in famiglia dove era previsto lasciare un posto vuoto a tavola per l’”ospite improvviso” (nonché Gesù). Per gli aristocratici invece, la situazione agiata permetteva loro di avere presepi di prestigio, i quali erano esposti all’interno delle maggiori chiese cittadine oppure rimanevano presso l’abitazione della famiglia nobiliare.  

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Polonia

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Polonia

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Polonia

POLONIA
I presepi nati a Cracovia alla fine del XVIII secolo sono una fantastica sintesi di stili architettonici realizzati da gente semplice: operai e muratori. I creatori dell’attuale stile furono due muratori: Michele e Leone Ezenekien. I loro presepi hanno una base con palcoscenico, una costruzione snella con due torri laterali con le estremità ornate da elmi gotici, sopra c’è la nicchia con la “Sacra Famiglia” e al di sopra si erge una torre con l’elmo barocco.
Tra le torri laterali e la centrale sono inserite altre piccole torri-campanili. Sono costruiti con legno compensato e cartone pesante e il tutto è ricoperto e decorato con carta stagnola, lamine di metallo, vetri colorati, animato dal movimento meccanico dei personaggi, illuminato da splendide vetrate dipinte che conferiscono a queste opere un aspetto magico. Essi si caratterizzano per la ricchezza e la fantasia dei particolari, per i brillanti colori.

Inoltre, in essi si possono riconoscere elementi miniaturizzati di edifici della città. Particolarmente importante è la figura del Lajkonik, un cavaliere vestito da tartaro che cavalca un cavallo di legno, legata a un importante evento storico. Ma l’arte polacca non finisce con le “Szopki”, infatti contemporaneamente nascevano anche altre manifestazioni dell’artigianato religioso polacco in piccoli borghi al di fuori dei centri, molto spesso si trattava di presepi casalinghi.

Slovenia

SLOVENIA
La tradizione in Slovenia risale alla metà del XVII secolo. I primi presepi furono realizzati nelle chiese, ma più tardi comparvero anche nelle case, sia borghesi che rurali. In queste ultime erano collocati in quello che veniva chiamato “L’Angolo di Dio” (Bogkov Kot), cioè nel posto più importante del soggiorno

Nel retroscena figurava la città di Betlemme con i pastori e i gruppi di pecore, mentre i re Magi si aggiungevano più tardi con l’arrivo dell’Epifania. Queste scene del passato si ripetono oggi grazie ad artisti che nelle loro composizioni riflettono la loro religiosità.

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Rep. Ceca

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Rep. Ceca

REPUBBLICA CECA
La tradizione dell’immagine del Presepio è forse tra le più antiche e stabili nella storia dell’iconografia: infatti fin dall’XI secolo le rappresentazioni della Natività erano presenti in tutte le classi sociali della popolazione.

Tuttavia è anche vero che la tradizione ceca è caratterizzata da due categorie: la prima di origine più modesta derivante dalle campagne, l’altra derivante dalla classe più benestante o aristocratica.

In campagna il Natale era più semplice ed era un momento vissuto in famiglia dove era previsto lasciare un posto vuoto a tavola per l’”ospite improvviso” (nonché Gesù). Per gli aristocratici invece, la situazione agiata permetteva loro di avere presepi di prestigio, i quali erano esposti all’interno delle maggiori chiese cittadine oppure rimanevano presso l’abitazione della famiglia nobiliare.  

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Danimarca

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Guatemala - America

Presepi Italiani - Presepi Internazionali

Testimonianze

Susan and Richard Jackson

It's always nice to go back to the Arena and rediscover the thousand faces of the Nativity.

Adrian Fernández

A exposicao è linda, de uma nobreza de detalles maravillosa.

Charlotte Williams

It was something unimaginable, congratulations to all the artists!

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